01 Mar Ricevere complimenti: cosa scatena nel nostro cervello?
Sei curiosa/o di scoprire le reazioni del cervello ai complimenti?
Cosa succede al nostro cervello quando qualcuno ci fa un complimento?
Oggi, 1 marzo, è la Giornata mondiale del complimento e vogliamo cogliere l’occasione per evidenziare un curioso meccanismo di funzionamento del nostro organo preferito!
Quanto (e come) ci piacciono i complimenti che riceviamo? Come reagisce il nostro cervello a questi?
Le reazioni cerebrali ai complimenti sono stati oggetto di studio in una ricerca dell’Università di Utrecht, pubblicata lo scorso anno su Frontiers in Communication, e quanto ne risulta è davvero curioso!
Quali strumenti di neuromarketing sono stati utilizzati?
EEG (elettroencefalografo) e GSR (galvanic skin response)
Com’è stata svolta la ricerca in pratica?
In questa ricerca è stato selezionato un campione di 80 donne. Durante la ricerca queste sono state (volontariamente!!!) sottoposte a ricevere insulti e complimenti da una persona virtuale. Le reazioni a questi sono state registrate grazie all’EEG ed alla loro conduttanza elettrica della pelle (indice di attivazione emozionale in quanto governato dal Sistema nervoso autonomo).
Risultati
Ricevendo un insulto, la risposta cerebrale è registrata nelle aree frontali in poche frazioni di secondo, anche se l’insulto non è diretto a voi ma ad altre persone. Inoltre, provocando una reazione molto rapida il disturbo provocato permane “nella mente” per più tempo, quindi sarà ricordato più facilmente in seguito.
Gli insulti quindi, a differenza dei complimenti, attivano:
- reazioni più rapide
- un disturbo intenso
- meccanismi di memorizzazione e ricordo maggiori.
In sintesi
In sostanza ricevere un insulto fa più male rispetto al bene che fa ricevere un complimento!
Proprio per l’intensità della reazione, inoltre, saremo più propensi a mantenerlo nella memoria a differenza del complimento che dimenticheremo più facilmente.
Ben vengano i complimenti, ma non ci attivano abbastanza per ricordarli quindi pur provocando una reazione questa sarà temporanea e relativa al momento; ossia la mente non li reputa abbastanza “interessanti” da mantenerli in memoria… per il nostro cervello antico non servono alla nostra sopravvivenza!!!
Perché?
«Gli insulti diretti contro di te rappresentano una grave minaccia per te stesso e per la tua reputazione. Gli insulti infliggono anche danni agli altri, sono informativi su chi è disposto a farlo e segnalano un conflitto sociale nelle tue vicinanze, forse anche nel tuo gruppo (…) Il nostro studio non ha chiarito se a catturare così fortemente l’attenzione del cervello sia lo specifico significato emotivo delle parole oppure la riattivazione di memorie di esperienze passate” (Marijn Struiksma).
NB: Lo studio è stato realizzato coinvolgendo solo donne, e ricerche future potranno esplorare la risposta da parte degli uomini a insulti e complimenti, anche se, secondo gli autori, non ci sono motivi per credere che il cervello maschile debba rispondere in maniera diversa.
É una sorta di meccanismo di difesa, per lo stesso motivo infatti nella nostra vita siamo portati a ricordare maggiormente le esperienze negative rispetto a quelle positive: il nostro cervello le memorizza per metterci in guardia, se dovesse ripresentarsi quel pericolo!
Un meccanismo simile si verifica in contesti caratterizzati da alti livelli di incertezza in cui tendiamo ad evitare le perdite. Il bias che definisce questa propensione è quello dell’avversione alla perdita (loss aversion) secondo il quale siamo inclini a ad attribuire maggiore un peso maggiore alle privazioni rispetto ai successi di pari valore. Ossia preferiamo non perdere piuttosto che vincere!!!
É molto interessante capire come le reazioni possano incidere sulle nostre decisioni, sui comportamenti di gruppo e sulla cultura (anche) aziendale.
Ecco perché credo fermamente che neuromarketing può davvero contribuire al benessere collettivo.
Abbiamo parlato di altri bias in svariati articolo del blog, sbircia qui